
Alimentazione e hiv
La nutrizione
Come mantenere un fegato sano
Combattere i trigliceridi alti
Combattere il colesterolo alto
Alimentazione e HIV: La nutrizione
Le sostanze alimentari di cui un organismo ha bisogno per il normale sviluppo e il mantenimento di uno stato di buona salute sono dette nutrienti.
Tra questi si distinguono:
– i macronutrienti, cioè proteine, lipidi (grassi) e carboidrati necessari per la produzione di energia e per la crescita;
– i micronutrienti, cioè le vitamine e sali i minerali.
Oltre a questi, altri costituenti comuni degli alimenti sono l’acqua , le fibre alimentari e l’etanolo (alcol).
Le vitamine e i sali minerali, necessari in piccole quantità (milligrammi o microgrammi), svolgono importanti funzioni di regolazione dei processi metabolici, oltre a essere parte costituente di alcuni organi.
Le carenze croniche di micronutrienti possono essere dannose e causare condizioni patologiche.
Una dieta salutare e bilanciata fornisce dunque le giuste quantità e proporzioni di nutrienti, in modo da fare fronte ai fabbisogni specifici per età, sesso ed eventuale condizione di malattia.
Prevenire è meglio che curare: iniziare quanto prima a fare una dieta sana e bilanciata è raccomandabile.
Alcuni farmaci antiretrovirali necessitano di particolari accorgimenti nell’alimentazione.
Alcuni vanno assunti durante i pasti, altri a stomaco pieno ed altri a digiuno.
E’ importante seguire queste indicazioni.
Appare evidente che una corretta alimentazione non impedisce patologie specifiche quali la wasting syndrom (perdita di massa magra) o la lipodistrofia, ma ne può ostacolare e ritardare gli aspetti più evidenti.
Come mantenere un fegato sano
In linea di massima va detto che i fondamenti della classica dieta mediterranea sono validi in generale anche per quel che riguarda la salute del fegato.
Una delle patologie più frequentemente riscontrata è la steatosi del fegato (fegato grasso).
I due fattori più importanti che causano il fegato grasso sono l’abuso di bevande alcoliche e l’alimentazione non corretta che porta al sovrappeso ed alla obesità.
Consigli utili
– Introdurre sempre una dieta equilibrata, composta da carboidrati (30%), da lipidi per il 15% e proteine per il 30%, infine frutta e verdura a completare la percentuale.
– Consumare tutti i giorni almeno due porzioni di verdure, possibilmente fresche, e due o tre frutti.
– Se si è in sovrappeso, occorre riportarsi quanto più vicino possibile al peso ideale. L’obesità e l’eccesso di calorie causano una bile troppo ricca in colesterolo, con conseguente aumento del rischio di calcolosi.
– Se vi sono tassi elevati di colesterolo e di trigliceridi nel sangue, è opportuno far rientrare nella norma questi valori
– Come condimenti usare sempre gli oli ricchi di grassi monoinsaturi (olio di oliva), meglio se a crudo. Ridurre gli oli ricchi di grassi polinsaturi (oli di semi), poichè un loro uso eccessivo favorisce la calcolosi biliare.
– Le uova, se non si è in presenza di una calcolosi della colecisti, sono permesse.
– Bere molta acqua (almeno 1 litro e mezzo di acqua fuori dai pasti).
– Limitare l’uso di bevande alcoliche e di superalcolici. In linea generale vino e birra possono essere assunti in quantità moderate (uno o due bicchieri al giorno) solo in assenza di patologie epatiche.
– Dare sempre la preferenza agli alimenti ricchi di fibre, in quanto un loro uso costante riduce la calcolosi della colecisti.
– Preferire gli alimenti con proteine derivate da latte, yogurt e formaggi, perchè hanno un minore contenuto in aminoacidi aromatici (responsabili dell’aumento di ‘ammoniaca’) rispetto alle proteine della carne. Vanno bene le proteine vegetali (ossia quelle presenti in legumi e cereali), perchè sono ricche di aminoacidi ramificati (valina, leucina, isoleucina) e povere invece di aminoacidi aromatici.
– Evitare i pasti copiosi e ricchi di grassi in genere. E’ meglio frazionare l’alimentazione quotidiana in più pasti. La calcolosi è infatti più frequente nei pazienti che fanno un numero ridotto di pasti.
– I metodi di cottura consigliati sono: lessatura, a vapore, al forno, con speciali batterie dietetiche. Evitare al massimo fritti, soffritti ed umidi.
Infine, quando il fegato è già ammalato, cioè se si è affetti da epatiti croniche o da cirrosi o da altre malattie epatiche più rare, i consigli dietetici dovranno essere assolutamente personalizzati e valutati dagli specialisti .
Combattere i trigliceridi alti
Alti livelli di trigliceridi nel sangue, assieme ad altri fattori, possono aumentare il rischio di malattie coronariche e dell’aterosclerosi. Si possono associare a una tendenza al sovrappeso ed alla malattia diabetica oltre che a valori elevati della pressione arteriosa.
La prevenzione di questa situazione complessa e rischiosa può in genere essere ottenuto semplicemente modificando in modo appropriato lo stile di vita, facendo un po’ di attività fisica ed adottando comportamenti appropriati nell’alimentazione.
Chi ha un tasso elevato di trigliceridi nel sangue, pertanto, deve innanzitutto ridurre armonicamente l’assunzione di tutti i cibi, per equilibrare l’apporto calorico con il dispendio energetico, e ridurre così il peso. Migliorando il controllo del peso, il tasso dei trigliceridi si ridurrà.
Pasta e zuccheri
Gli zuccheri complessi a lenta digeribilità, di cui è ricca soprattutto la pasta, vengono assorbiti più lentamente dall’intestino rispetto agli zuccheri semplici, o anche rispetto agli zuccheri complessi a più rapida digeribilità, come quelli contenuti per esempio nel pane e nelle patate.
Di conseguenza, essi entrando meno velocemente nel sangue, stimolano una minore produzione di trigliceridi da parte del fegato.
Anche il fruttosio, lo zucchero presente nella frutta, rappresenta un potente stimolo alla produzione di trigliceridi. Si consiglia pertanto di preferire il più possibile cereali e derivati non raffinati (integrali), di limitare la frutta più zuccherina e di ridurre il più possibile, o meglio evitare, lo zucchero e le bevande dolci.
Verdure e legumi
La verdura è ricca di fibra alimentare, che svolge una efficace azione di controllo dell’assorbimento intestinale dei grassi. La fibra contenuta nei legumi è particolarmente interessante, da questo punto di vista. Inoltre la fibra vegetale è scarsamente sensibile alla cottura: l’effetto descritto, pertanto, si mantiene anche nella verdura cotta.
I grassi
I grassi saturi, caratteristici dei cibi di origine animale, ma anche in grassi vegetali come l’olio di palma e di cocco, le margarine e gli alimenti che li contengono, stimolano la produzione di colesterolo e di trigliceridi da parte del fegato.
I grassi insaturi, come l’olio di mais, svolgono un effetto opposto. Ricordate tuttavia che la cosa più importante non è la limitazione dei grassi alimentari, ma quella degli zuccheri: la dieta, in altre parole, deve essere più simile a quella di un diabetico che a quella di un paziente con il colesterolo alto.
L’alcol
L’alcol in tutte le sue forme (vini, liquori, birra) stimola un’intensa produzione di trigliceridi da parte del fegato. In presenza di ipertrigliceridemia, pertanto, è necessario un controllo o meglio l’abolizione di questa sostanza in Alimentazione e hiv.
Il pesce
I grassi di alcuni pesci (anguilla, tonno fresco, salmone fresco, sarde, sardine, sgombro, aringhe) sono caratterizzati da tre interessanti proprietà: sono efficaci nell’abbassare il tasso dei trigliceridi nel sangue, svolgono un’azione antitrombotica (simile entro certi limiti a quella, ben nota, posseduta dall’aspirina) e sono inoltre dei buoni antiaritmici.
Consumare pesce almeno 2 o 3 volte a settimana (o almeno un apporto adeguato di acidi grassi omega-3 da alimenti integrati o arricchiti) dovrebbero entrare stabilmente nell’alimentazione.
Aumentare la propria attività fisica contribuisce in vari modi a normalizzare il tasso dei trigliceridi.
Può aiutare a controllare il peso corporeo ed aiuta i muscoli a bruciare meglio i trigliceridi stessi per produrre l’energia necessaria per il movimento.
L’attività fisica
L’attività fisica aumenta l’attività degli enzimi che digeriscono i trigliceridi (soprattutto la Lipoprotein-Lipasi, o LPL). Praticare un’adeguata attività fisica, tra l’altro, è un elemento essenziale di ogni ricetta per il benessere e la salute. Un elevato tasso di trigliceridi nel sangue può essere la conseguenza di malattie a carico del rene (la sindrome nefrosica, per esempio), del diabete mellito, o dell’uso di certi farmaci.
Il medico potrà decidere di somministrare farmaci specifici per ridurre il tasso dei trigliceridi nel sangue. Questi farmaci vanno assunti con continuità, come i farmaci per il diabete o la pressione o il colesterolo. Se i farmaci procurano disturbi consultatevi sempre con il vostro medico.
Combattere il colesterolo alto
L’aumentato livello di colesterolo nel sangue costituisce una delle cause più importanti per la formazione della placca arteriosclerotica nella parete delle arterie del corpo.
Alcuni studi particolarmente importanti condotti negli anni hanno dimostrato una stretta relazione fra valore del colesterolo nel sangue e comparsa di infarto. In particolare si è notato un aumento serio del rischio quando il colesterolo è superiore ai 200 mg/100 ml.
I fattori che possono influenzare la colesterolemia (quantità di colesterolo nel sangue) sono numerosi. A parte la componente di tipo genetico-ereditario (che ovviamente non può essere modificata), anche il fumo di sigaretta, la pillola anticoncezionale, l’obesità e la vita sedentaria possono interferire negativamente.
Tuttavia, il fattore che maggiormente incide sulla colesterolemia è la dieta: infatti l’eccesso di calorie e l’assunzione di alimenti che contengono percentuali elevate di colesterolo e di grassi saturi sono i massimi responsabili dell’aumento del colesterolo nel sangue.
Consigli utili
– Il modello ideale è proprio la dieta mediterranea: un regime dietetico a base di cereali, frutta, verdura (ricca di fibre), pesce e olio di oliva , consente di ridurre in modo rilevante i valori del colesterolo e di altri grassi dannosi nel sangue. Anche il caffè determina un aumento del colesterolo quando il consumo è superiore alle tre tazzine al giorno.
– L’assunzione di fitosteroli attraverso lo yogurt risulta ben tollerata, non provoca effetti collaterali e va consigliata soprattutto a quei soggetti che presentano un rischio cardiovascolare medio. Nel caso invece in cui i pazienti siano più gravi, la terapia più indicata resta quella farmacologica.
– I fitosteroli si trovano negli oli vegetali (di mais, arachidi, soia raffinato e oliva raffinato), nei legumi (piselli, fagioli) e nella frutta secca (arachidi, mandorle,noci).
Alimenti che contengono molto colesterolo: cervello, tuorlo d’uovo, mascarpone; fegato, rognone, burro; carne bovina, frutti di mare, trippa; formaggi, caviale, maionese.
Alimenti che contengono poco colesterolo :petto e coscia di pollo, coniglio; latte scremato, sogliola, branzino; trota, merluzzo.
Alimenti che non contengono colesterolo: albume d’uovo; verdura, frutta, patate; cereali e loro derivati.
La cosa migliore comunque è sempre personalizzare la dieta e quindi rivolgersi al proprio medico curante e farsi consigliare eventualmente dagli specialisti del settore (Dietologi e Dietisti).
Le indicazioni di Alimentazione e hiv sono assolutamente generali e non intendono sostituire quanto possa scaturire da un colloquio medico-paziente.
Tratto da HIV- Consigli sull’alimentazione e stili di vita per mantenersi sani- di Nadir Onlus
Adattamento a cura di Poloinformativohiv alimentazione e hiv
Ultimo aggiornamento gennaio 2018